Il quinto libro di Genovesi racconta una storia, anzi due, o forse di più. Quella di Fabio alle prese con scelte, e non scelte, di vita. Quella di Pantani, il suo mito, che di scelta, anche se non ha mai avuto scelta, ne ha fatta una sola: pedalare. E con la sua, ne ha ispirate tante altre.
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Cadrò, sognando di volare: trama e riassunto
È l’estate del 1998. Fabio, mediocre laureando in Giurisprudenza e obiettore di coscienza, si appresta a vivere l’estate più indimenticabile della sua vita: il suo idolo, Pantani, parteciperà finalmente al Giro d’Italia e Fabio si appresta a raggiungere gli amici in Spagna. Il destino, però, gli gioca un bruttissimo scherzo: la lettera di rinvio del servizio per motivi di studio sembra non essere giunta al Ministero della Difesa, che quindi alla vigilia della partenza gli invia comunicazione con effetto quasi immediato: presterà il suo anno di Servizio Civile in una scuola gestita da monaci sull’appennino toscano.
Quando arriva, poi, scopre la beffa: la scuola c’è, i monaci – quelli ancora vivi – pure, degli studenti per i quali avrebbe dovuto prestare servizio come educatore neanche l’ombra. Da decenni.
Al loro posto trova invece Don Mauro, monaco con la vocazione da meccanico creativo, Flora, addetta alla cucina e alla pulizia del monastero, Gina, figlia di Flora, che crede – o spera- di essere una gallina. E poi Don Basagni, il Direttore. Sgarbato, misantropo, poco spirituale. Ma, soprattutto, fortemente innamorato del ciclismo e della sua nuova stella: Pantani. Un amore che permetterà a lui e Fabio di trovare un punto d’incontro e scambio, ma soprattutto li ispirerà nella decisione più importante delle loro vite in un’estate in cui tutto sembrava andare storto.
Recensione dell’ultimo libro di Fabio Genovesi
Sono intrise di mare e magia le pagine dei libri di Fabio Genovesi. L’ultimo, “Cadrò, sognando di volare”, non fa alcuna eccezione.
Il mare è ovunque: nei ricordi di Fabio, in quelli di Pantani. È il luogo in cui scompare Alessandra e inizia il destino di Fabio come avvocato in sua vece. È su una spiaggia, di fronte alla sua vastità, che vediamo Don Basagni prendere la sua strada e Fabio raccoglierne il coraggio e l’eredità.
La magia, invece, è ben nascosta tra le pieghe della vita quotidiana: nelle parole d’amore di un genitore, che, a malapena ormai, riesce a pronunciare una frase compiuta; in una bambina che predilige vivere tra le galline invece che a contatto con la brutalità della specie umana; in un campione che corre da solo ma corre per tutti, che ispira scelte, quando lui ne ha sempre avuta solo una: pedalare.
È un libro in cui gli eroi sono quelli che scompaiono tra i flutti del mare e lasciano la loro vita a metà, ma anche quelli che restano paralizzati sulla banchina del molo e passano la vita che hanno ancora a punirsi per quella non-scelta con tutte le altre. Sono quelli che, alla fine, accettano una scomoda verità per comune morale: che ci sono tante forme di coraggio, tanti modi di stare al mondo. Che non siamo tutti fatti per tuffarci nel mare in tempesta senza pensarci due volte. Che alcuni sono nati vivere la vita come meglio credono o per pedalare, volare, sognare.
Da leggere se cerchi una storia che ti ricordi di aprire i cassetti, dove tieni i sogni, o chiuderli a chiave e andare avanti.
Le frasi più belle tratte da “Cadrò, sognando di volare”
Perché le cose davvero importanti della vita, quelle che arrivano per cambiare tutto, non prendono appuntamenti e non studiano percorsi, un giorno si svegliano e decidono che è il momento, scelgono la via più storta e sgangherata che ci sia e si tuffano a bomba su dite.
Cadrò, sognando di volare, Fabio Genovesi, p. 70Il secondo posto farebbe gola a molti, sì, ma a molti fa gola pure un lavoro fisso che non gli piace, sperando ogni giorno che arrivi presto la sera, e poi la pensione, e allora finalmente, uno è vecchio e rotto e non può più fare nulla, essere libero di fare quel che vuole.
Cadrò, sognando di volare, Fabio Genovesi, p. 151Il cuore è un anaconda. Quel che gli entra dentro non lo mastica, lo ingoia intero. E quando è una cosa troppo grossa, che sia dolce o amara, il cuore deve aprirsi così tanto che fa male, e provare a mandarla giù piano piano. In certi momenti sembra che non ce la faccia, si ferma e perde un battito, forse si spezza e addio per sempre. E invece riparte, manda giù un altro po’ e avanti a vivere.
Cadrò, sognando di volare, Fabio Genovesi, p. 192La vita è così, è piena di meraviglie, come fai a sceglierne una sola? Resti lì e le guardi, tutte queste opportunità intorno, e pensi che per provarne un numero decente dovresti avere almeno mille vite a disposizione. Invece mille non le abbiamo, e allora non facciamo nulla, così buttiamo via l’unica che ci è toccata.
Cadrò, sognando di volare, Fabio Genovesi, p. 231Il passano non esiste, è solo una parola, una scusa. Il passato non è passato se ancora è qua, a rubarci il respiro.
Cadrò, sognando di volare, Fabio Genovesi, p. 241Il tempo è una bugia, il tempo non riesce a contare nei momenti che contano davvero.
Cadrò, sognando di volare, Fabio Genovesi, p. 264Cadi e non sai quanto male ti farai. Però, se sopravvivi, se domani il soleti troverà di nuovo in piedi a disegnare un po’ di ombra su questo mondo matto, sai che sarai pronto a cadere ancora e ancora e ancora.
Per un tempo che è di secondo e insieme anni, è una vita e tante vite insieme, che per caso si incontrano, si intrecciano, si mescolano in una sola.
Non sai quanto durerà né dove ti porterà.
Sai solo che saàr così, che per mimlle volte sciagurate e favolose anche tu cadrai, e io cadrò. Sognando di volare
Cadrò, sognando di volare, Fabio Genovesi, p. 290Allora, nel caos non si fosse capito: “Cadrò sognando di volare” mi è piaciuto tanto, ma d’altronde ne ero quasi certa quando l’ho comprato: ho letto quasi tutti i libri di Fabio Genovesi e finora non mi ha mai delusa.
Tu hai letto questo o altri suoi libri?