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Finché il caffè è caldo | Recensione del libro di Toshikazu Kawaguchi

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Chi non ha mai desiderato di avere la possibilità di viaggiare nel tempo, anche solo per pochi minuti, e cambiare un evento, una frase detta in preda alla rabbia o, semplicemente, per pronunciare parole per le quali ci era mancato il coraggio? Esiste una piccola caffetteria in cui tutto questo è possibile, ma le regole da seguire sono davvero molto severe. Tu riusciresti a seguirle tutte?

Finché il caffè è caldo: trama e riassunto

In Giappone esiste una caffetteria leggendaria.

Gira voce, infatti, ma non tutti hanno l’ardire di crederci, che in quel luogo dalle luci soffuse, che rendono quasi impossibile percepire il trascorrere delle ore e delle stagioni, sia possibile viaggiare nel tempo.

Eppure, entrando nella caffetteria, nessuno ci pensa. I riflettori, che per qualche settimana l’hanno portata alla ribalta e hanno destato l’interesse di molti, sembrano essersi spenti.

Così anche Fumiko, quando vi entra per la prima volta accompagnata da Goro, non solo non ricorda la storia dei viaggi del tempo, ma non può fare a meno di notare la desolazione al suo interno.

Tuttavia, quando Goro le annuncia che è in procinto di partire per l’America, ogni possibilità, persino a lei così razionale, sembra una boccata d’aria. Sotto la guida di Kei, Kazu, Hirai e Nagare, proprietari e abituali frequentatori della caffetteria, imparerà che ci sono poche, semplici, ma importantissime regole da rispettare per viaggiare nel tempo. Ad esempio, riuscire a sedersi sull’unica sedia che è il posto prediletto di un permaloso fantasma.

Recensione del primo libro di Toshikazu Kawaguchi

Tre viaggi nel tempo, tre storie che si incrociano senza mai toccarsi davvero. Tre storie d’amore, a loro modo.

“Finché il caffè è caldo” non è un libro sui viaggi nel tempo, ma una storia delicata, che guida il lettore nel comprendere che non è cambiare il passato o il futuro quel che davvero conta.

D’altronde, questa è una delle regole: qualsiasi cosa detta o fatta non cambia la linea temporale.

Non puoi mutare il passato, ma puoi agire per costruire un nuovo futuro, per prendere in mano la tua vita. Puoi compiere piccoli gesti, pronunciare semplici frasi che non richiedono fantascientifici viaggi nel tempo, ma che comunque ogni giorno rimandiamo.

Puoi dire addio.

Puoi dire “ti amo” e “mi manchi”.

Puoi ammettere di aver sbagliato.

Puoi conservare un ricordo cui avevi rinunciato.

Se, anche in una storia in cui quasi tutto è possibile, in cui un fantasma siede giorno e notte in una caffetteria e sono consentiti i viaggi nel tempo, il presente non può essere in alcun modo modificato, allora l’unica opzione è prenderne il controllo, seguire l’istinto e provare non a cambiare il passato o il presente ma a costruire il futuro.

Basta il tempo di un caffè. Basta berlo finché è caldo.

Finché il caffè è caldo: il seguito

Dopo il grandissimo successo di questo libro, che, dopo aver venduto oltre un milione di copie in Giappone, ha conquistato anche il pubblico europeo e mondiale entrando in classifica tra i libri bestseller in pochissimi giorni, l’autore ha regalato ai propri lettori una nuova storia ambientata proprio nella piccola caffetteria.

Il titolo del seguito di “Finché il caffè è caldo” è “Basta un caffè per essere felici” (edito in Italia sempre da Garzanti) e anche se io non l’ho ancora letto ho dato una sbirciata a prova di spoiler tra i commenti e mi sembra che non abbia minimamente deluso le aspettative. Credo che gli darò una chance.

Tu hai già letto uno o entrambi i libri di Toshikazu Kawaguchi?

Buone letture!

Angela

Da sempre innamorata delle storie mi sono laureata in Giornalismo ed Editoria, poi sono digievoluta in web copywriter per raccontarle online. Nel tempo libero leggo libri, stilo liste, vedo cose.

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