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Il gigante sepolto, il romanzo fantasy del premio Nobel Ishiguro

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…che, in romanzi di grande forza emotiva, ha scoperto l’abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo.

Premiazione Nobel della Letteratura 2017 a Kazuo Ishiguro

Quando il 5 ottobre 2017 con queste parole è stato annunciato il nome del nuovo Premio Nobel per la letteratura, io non avevo idea di chi fosse Kazuo Ishiguro. Sono quindi andata a dare un’occhiata alla sua bibliografia e sono stata immediatamente attratta da questo titolo: “Il gigante sepolto”. Le ultime 50 pagine di questo libro mi hanno fatta riflettere sul mondo in un modo che mi ha ricordato la mia prima lettura di 1984 di Orwell.

Il Gigante Sepolto: la trama

In un’Inghilterra lontana nel tempo, un’era mitologica collocata dopo le invasioni romane e qualche decennio dopo la morte di Artù, i popoli britanni e sassoni convivono pacificamente dopo anni di guerre, in villaggi poco più che rurali, spesso scavati nella roccia delle montagne. 

In uno di questi borghi isolati vivono Axl e Beatrice, due anziani coniugi, derisi ed emarginati dalla propria comunità, sebbene non ne ricordino chiaramente il motivo. A dire il vero, non è l’unica cosa di cui non hanno memoria. Capita spesso, a loro come agli altri abitanti del villaggio, di non ricordare persone, avvenimenti, episodi distanti negli anni come di poche ore. Nessuno sembra farsi domande a riguardo, tranne Axl e Beatrice che sono ossessionati da un’unica lontana memoria, poco più di una sensazione nata dalla somma di fugaci e sfocati ricordi che di tanto in tanto riaffiorano: quella di avere un figlio, che li aspetta da tempo in un villaggio non lontano dal loro.

Nonostante la stanchezza degli anni che pesa sulle loro spalle e i pericoli di quelle terre popolate da orchi e demoni di ogni sorta, intraprendono il viaggio che li porterà da lui, prima che quella nebbia, che aleggia giorno e notte sui villaggi, si porti via anche l’ultimo ricordo della vita insieme.

Il fiato di Querig, un drago antico che si nasconde in un luogo denominato il “cairn del gigante”, avvelena le loro menti. Cancella il ricordo del loro primo incontro, della partenza del figlio, le loro vite prima di sposarsi, ma non solo. Più Axl e Beatrice si avvicinano al drago, più, di tanto in tanto, riacquistano se non alcuni ricordi, almeno i sentimenti legati ad essi. Si scoprono arrabbiati, astiosi l’uno con l’altro, senza comprenderne il motivo. 

Querig non ha rubato, infatti, solo i loro ricordi migliori. Lo comprendono lentamente e si legano a una promessa: quella di rimanersi accanto dopo aver riacquistato la propria memoria, qualunque prezzo questa comporti. 

La mia opinione sul libro

“Il gigante sepolto” è, dunque, la memoria personale e storica con il peso che questa comporta. Ishiguro mette in piedi una storia fantastica abitata da draghicavalieri di Artù – il prode Sir Galvano che dopo anni dalla scomparsa del suo re non abbandona l’ultima missione che gli fu affidata – nebbie mistiche e orchima scritta anche nella storia degli scontri violenti tra soldati che non risparmiano nemmeno donne e bambini, di odio per lo straniero, di colpe imperdonabili. Mito e storia si intrecciano: i cavalieri di Artù camminano su strade costruite dai romani, realtà e fantasia si ricongiungono man mano che il potere del fiato di Querig viene meno. 

Uccidere il drago significa mettere fine a quella che Axl e Beatrice ritengono una maledizione, ma lo è davvero? Memoria e perdono sono i temi portanti del libro di Ishiguro. Potranno Axl e Beatrice perdonarsi quelle colpe che li avevano allontanati e amarsi con devozione come hanno fatto dopo averle dimenticate? Il prezzo per riavere i propri ricordi verrà comunque pagato dal mondo intero. 

Perché “Il gigante sepolto?” Finale a rischio spoiler

La legge di Artù, secondo la quale gli innocenti andavano tutelati durante le guerre, anni prima era stata infranta, sebbene tutti lo abbiano dimenticato. Sassoni e britanni riescono a convivere pacificamente nonostante una persistente diffidenza, perché Querig ha fatto loro dimenticare i torti subiti, le violenze atroci cui hanno dovuto assistere. L’assenza di quei ricordi ha portato la pace, ma anche ingiustizia. Assassini e stupratori sono rimasti impuniti, ma quali altri crimini verranno perpetrati con l’ondata di rabbia che seguirà il risveglio dall’oblio? Messer Wistan, il cavaliere sassone incaricato di uccidere il drago, se lo chiede affranto. Memoria e perdono, vendetta o giustizia. Il finale del “Gigante sepolto” è aperto e senza risposta, proprio come questo dilemma. 

Un libro per interrogarsi, per riflettere sulla responsabilità con cui dobbiamo trattare i nostri ricordi e quelli del mondo.

Le frasi più belle tratte da Il gigante sepolto

È  strano come il mondo dimentichi persone e cose che erano qui soltanto ieri, o l’altro ieri. È come se una malattia si fosse abbattuta su di noi.

Il gigante sepolto, Kazuo Ishiguro, p.16

Ciò che Axl e io sentiamo oggi nel cuore l’uno per l’altra conferma che il percorso intrapreso non contiene pericoli per noi, qualunque cosa si nasconda nella nebbia. È come un racconto a lieto fine: anche un bambino sa di non dover temere imprevisti e svolte precedenti. Axl e io vogliamo ricordare la nostra vita insieme, qualunque forma abbia assunto,perché ci è stata cara.

Il gigante sepolto, Kazuo Ishiguro, p. 129

Il gigante, finora ben sepolto, adesso si risveglia. Non appena sarà desto, perché tra poco lo sarà, i legami di amicizia tra noi saranno esili come i nodi che le fanciulle stringono sugli steli di piccoli fiori.Gli uomini bruceranno le case dei vicini nottetempo. Impiccheranno agli alberi i bambini, alle prime luci dell’alba.

Il gigante sepolto, Kazuo Ishiguro, p. 248

Hai già letto questo o altri romanzi di Ishiguro? Fammi sapere cosa ne pensi!

Angela

Da sempre innamorata delle storie mi sono laureata in Giornalismo ed Editoria, poi sono digievoluta in web copywriter per raccontarle online. Nel tempo libero leggo libri, stilo liste, vedo cose.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Rosa

    Ciao Angela, sì, ho letto diversi romanzi di Ishiguro e li considero geniali per l’individuazione di temi fondamentali sulla natura umana, nonché per la capacità di trattare questi temi trasportandoli in contesti non perfettamente realistici. In realtà questo spostamento verso un universo a noi parzialmente estraneo è funzionale a leggere il racconto come una scoperta, con curiosità e senza una totale identificazione. Ishiguro ci lascia poi tra le mani frammenti di luce purissima guidandoci in intuizioni che ci affratellano ai personaggi e ci svelano, come in tutte le grandi opere, ciò che già, nel profondo del nostro essere, conosciamo. Tutto ciò è possibile grazie allo stile letterario di questo scrittore, e precisamente alla sua origine nella cultura giapponese. Levità, pacatezza, nitore, lentezza, qualcosa di indefinibilmente gentile e preciso, predispongono il nostro essere a lasciarci condurre.

    1. Angela

      Ciao Rosa, sono d’accordo con te. Il pregio di Ishiguro, sebbene io a differenza tua abbia letto ancora solo uno dei suoi romanzi, è quello di portarti in un modo “non perfettamente realistico”. Ne “Il gigante sepolto” è palese che l’ambientazione non sia storica o realistica, ma ho vissuto la lettura come se non ne fossi pienamente cosciente. Il tuo parere mi conferma la voglia di leggere ancora altro di questo autore!

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