Nostalgia del mare e di una storia che faccia sognare. Se è il tipo di libro che stai cercando, allora ti consiglio di scoprire di più sul romanzo scritto da Genovesi per Mondadori. Soprattutto se ancora non conosci questo autore e la sua narrazione meravigliata che fa innamorare tutte le volte.
Trama: Fabio Mancini e la sua prorompente famiglia
“Il mare dove non si tocca” è un libro che nel 2017 ho atteso e divorato. Di suo avevo già letto due anni prima Chi manda le onde, vincitore del Premio Strega Giovani di quell’anno, acquistato sull’onda dell’entusiasmo dopo aver partecipato alla presentazione del libro alla Biblioteca Delfini di Modena. Quando mi chiedono quale sia il mio autore italiano preferito (ogni anno cerco leggerne di più) rispondo senza esitazione: Fabio Genovesi.
Quando cresci con una mamma, un papà e una carrellata di nonni matti da legare, la vita a 6 anni è tutt’altro che facile. Tanto più se scopri che questi nonni/zii non sono matti per caso, ma per via di una maledizione che tu, in quanto rampollo Mancini, potresti un giorno ereditare.
Per gli uomini di casa che arrivano celibi a quarant’anni, infatti, non c’è via di scampo. E Fabio, quando il primo giorno di scuola si ritrova per la prima volta a contatto con dei coetanei, ha già difficoltà a trovarsi uno straccio di amico, figuriamoci una fidanzata. Aggiungici na famiglia travolgente e decisamente invadente. Una Versilia che si respira ad ogni pagina e si nasconde tra le pieghe dei personaggi.
Un mondo visto con gli occhi di un bambino, che scopre quanto faccia paura nuotare al largo, lontano dai luoghi e dalle persone familiari. Capisci perché l’ho adorato?
Recensione: la mia opinione dopo aver letto “Il mare dove non si tocca”
Un riassunto in piena regola de Il mare dove non si tocca è impossibile. Come, d’altronde per il suo romanzo Chi manda le onde. Perché sono un’unica storia fatta di altre mille: alcune piccole, inserite come piccole tessere luminose in un più vasto mosaico, altre portanti, ma tutte si sostengono a vicenda, non sono un contorno, una decorazione o un semplice estro narrativo. Ci insegnano che le persone incontrate per caso, per sbaglio o per fortuna possono cambiarci la vita, spesso nel modo più inaspettato.
Nessuno meglio di Genovesi racconta la magia quotidiana, semplice quanto meravigliosa, che chiunque può riconoscere nella propria storia personale, se solo si sforza di cercarla, se accetta di guardare ancora una volta il mondo circostante con gli occhi sì ingenui, ma spesso spietati, di un bambino.
Come nel suo precedente libro, un evento doloroso spacca a metà la narrazione (e il lettore): ancora una volta accade alla persona che nella comune morale è la più buona, disinteressata, altruista. In questo caso si tratta del papà di Fabio, che cade in coma a causa di un incidente proprio nel momento in cui suo figlio, in balia di una famiglia stramba, di disagi della crescita, ha più bisogno di lui, del suo modo calmo di affrontare la vita, del suo saper aggiustare le cose.
Il mare dove non si tocca è un romanzo di formazione un po’ sopra le righe
Un libro che parla della crescita come momento di scoperta del mondo “fuori” dalla famiglia e di sé, delle luci e delle ombre. Sulla conquista di una consapevolezza terrificante: i demoni che siamo così bravi a vedere negli occhi degli altri si annidano anche nei nostri e vengono allo scoperto lasciandoci basiti.
Un tema, che ho apprezzato per il modo in cui Genovesi lo ha saputo trattare, è quello del bullismo: Fabio, come suoi amici un po’ strambi, fa parte degli emarginati, esclusi dalle feste del compagni di scuola, costantemente sotto tiro. Eppure, diventa il lupo pronto a ferire nel momento in cui, per caso, si trova dall’altra parte della barricata e per un singolo istante nello sguardo di uno dei bulli coglie la possibilità per la prima volta nella sua vita di essere parte di quel gruppo, degli altri, di quelli che colpiscono. Non importa che a farne le spese sia un suo amico o quanto dopo si sentirà in colpa per la (non scelta) di intervenire in suo soccorso.
Il mare dove non si tocca è autobiografico?
Come altri romanzi di Genovesi è sicuramente ispirato alla vita vera, a ricordi d’infanzia, alla sua amata Versilia. “Le cose che finiscono nei miei libri non sono mai prese dagli altri, ma rubate” ha raccontato durante l’incontro del dicembre 2015 a Modena. Stavolta, Genovesi ha deciso di attingere alla propria storia e a quella di una famiglia numerosa, “quasi fuori dal suo tempo” (intervista a TuStyle). Dopo aver letto pagine in cui Fabio raccontava il mondo dal punto di vista di bambini come Luna o il suo amico Zot in Chi manda le onde, è stato interessante vedere la vita attraverso gli occhi di un Fabio bambino raccontato e ricordato dalla sua versione ormai adulta.
Le frasi più belle del romanzo
Le storie vengono da lontano, ma respirano sott’acqua e hanno ali giganti per raggiungerti dovunque
Il mare dove non si tocca, F. Genovesi, p. 21
E se penso alle cose importanti che ho imparato in questi mesi, in fondo le ho imparate tutte così, tuffandomici dentro a caso, facendole da solo e per lui. è strano: aspetti sempre che qualcuno ti aiuti a imparare qualcosa, e invece impari così tanto quando sei tu che ti metti ad aiutare qualcun altro.
Il mare dove non si tocca, F. Genovesi, p. 313
Gli altri libri di Fabio Genovesi
Al momento sono ferma a tre romanzi letti, ma non vedo l’ora di recuperare. I temi che l’autore riprende sono evidenti: emarginazione, diversità, la Versilia, l’idea del comunismo nella sua terra (lo troviamo nel nonno di Zot come negli zii di Fabio), la pesca e il mare, che ha un ruolo poetico e fondamentale nei suoi romanzi.
- Versilia Rock City (2008)
- Esche vive (2011)
- Morte dei Marmi (2012)
- Tutti primi sul traguardo del mio cuore (2013): ho sentito parlare per la prima volta di Genovesi proprio in merito a questo libro. Non sono appassionata di ciclismo, ma mi sono innamorata dell’idea dello scrittore, incaricato dal Corriere di seguire il Giro d’Italia, di raccontare una storia di gente del posto per ogni tappa.
- Chi manda le onde (2015): vincitore del Premio Strega e tradotto all’estero con il titolo (finalmente per una volta posso criticare la traduzione inversa!) “Breaking of waves“.
- Cadrò, sognando di volare (2020)