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Il Viaggio di Halla – Recensione del libro di Naomi Mitchison

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Una fiaba tra realtà e fantasia, ambientata in un mondo che assomiglia al nostro, ma che è distante nel tempo e nell’aspetto con i suoi draghi maestosi e una magia che fa profondamente parte della realtà. Un romanzo scritto da Naomi Mitchison, che, da amica di Tolkien, respirò l’aria di Arda e con lui condivise anche l’amore per la mitologia norrena.

Trama

Quando la regina, sua madre, muore e il re decide di convolare a nuove nozze, il destino di Halla, principessa scomoda per la nuova sovrana, sembra segnato. La  matrigna, come nelle fiabe più tradizionali, ordina di ucciderla, ma Halla viene fortunatamente tratta in salvo dalla sua balia.

Matulli, dotata di poteri magici, porta la bimba nel bosco e, prese le sembianze di un orso, si nasconde nel branco. Con loro Halla, Figlia degli orsi, trascorre il primo anno, finché per Matulli distinguere la propria natura umana e da quella animale diviene sempre più difficile. Il richiamo del letargo si fa ogni giorno più prepotente e alla balia non resta che trovare qualcuno cui affidare la piccola, perché se ne prenda cura.

Viene affidata quindi a Uggi, il drago, che si impegna a prendersene cura con la stesso impegno con il quale custodisce l’oro del proprio tesoro. Passano gli anni, Halla cresce: ricorda la propria infanzia tra gli orsi, vive felice tra i draghi, con i quali condivide l’amore per i tesori e l’odio per gli eroi.

Il mondo umano non sembra appartenerle, ma pure finisce per andarle incontro, portandola a scoprirne le ombre e le luci. Si trova costretta a trovare un posto in questo mondo, Halla, nata principessa umana, cresciuta dagli orsi, istruita dai draghi e prescelta da Odino.

Tornerà tra gli uomini, viaggiando “leggera”, come il dio le ha suggerito, e compiendo il proprio destino.

Recensione

Il Viaggio di Halla è stata la mia seconda lettura durante le vacanze. L’ho scelta perché avevo bisogno di un libro che mi cullasse, portandomi lontano dalla routine, trasportandomi in mondi ai limiti del fantastico. Non so tu, ma io, quando vado in ferie, a volte fatico a staccarmi completamente da task, progetti e impegni di lavoro. Quando ho letto la quarta di copertina, la fiaba di Naomi Mitchison mi è sembrata perfetta per il questo obiettivo e, devo ammetterlo, ha in gran parte mantenuto la sua promessa.

Il sentore di un mondo passato mescolato a vite, costumi e punti di vista di figure mitologiche, divinità norrene e creature fantastiche, che si innestano come fiori perduti in un mondo che, seppur dai libri di storia, percepiamo di conoscere: questa è l’atmosfera in cui vive Halla e in cui si immerge il lettore, pagina dopo pagina.

Da una parte abbiamo Odino, che intesse destini a proprio piacimento, balie dotate di poteri magici e draghi che vedono la propria grandezza decadere dinnanzi a umani sempre più astuti e attrezzati nella guerra. Dall’altra abbiamo gli eroi, che nella letteratura epica si ergono quali difensori del bene, ma che tra le pagine della Mitchinson emergono in tutto il loro egoismo, nella loro fame di violenza e indifferenza verso il bene del prossimo.

Il viaggio di Halla ha il sapore di una fiaba sull’integrazione: quella di una bimba che viene adottata prima dagli orsi e poi dai draghi, ai quali sente di appartenere, ma dai quali non viene mai completamente considerata membro del branco. Sola tra i draghi e sola tra gli uomini, che le dimostrano ben presto la loro avidità, non inferiore a quella di un drago accecato dal suo tesoro.

 È una fiaba che esalta i punti di vista: quello dei draghi, che non riescono a comprendere perché gli uomini non si sentano più onorati di essere loro sudditi, quello degli uomini, che puntano a liberarsi dalla minaccia dei draghi e a impadronirsi dei loro tesori, eroi che tentano di aggredire Halla indifesa. Il bianco e nero non esistono, così come non ci sono buoni e cattivi nel romanzo di Naomi Mitchinson. Ogni personaggio ha le sue ragioni, le sue luci e le sue ombre, proprio come nel mondo reale.

Il viaggio di Halla non è il miglior fantasy che io abbia letto, ma è una fiaba che merita di essere conosciuta.

Se ami le letture che evocano luoghi e tempi che hanno le fattezze di una storia passata, ma le atmosfere intrise di magia di una storia mai accaduta, “Il viaggio di Halla” ti colpirà al cuore.

Draghi che custodiscono gelosamente i proprio tesori, valchirie spietate che radunano eroi per prepararsi all’ultima battaglia, uomini di buon cuore e  altri altrettanto avidi ti attendono tra le righe per mettere in dubbio ogni ultima convinzione radicata.

Una fiaba così reale nel profondo, da indurti a credere che ancora in qualche angolo remoto del nostro mondo ci sia almeno un ultimo drago pronto a difendere il suo tesoro e a ricordarci la nostra arroganza.

Buone letture!

Angela

Da sempre innamorata delle storie mi sono laureata in Giornalismo ed Editoria, poi sono digievoluta in web copywriter per raccontarle online. Nel tempo libero leggo libri, stilo liste, vedo cose.

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